SOPA/PIPA: internet a sovranità controllata

La miccia che ha portato ad una (quasi) deflagrazione è la seguente: il 23-enne inglese Richard O’Dwyer è stato colpito da una richiesta di estradizione inoltrata dagli Stati Uniti al Regno Unito perchè colpevole di aver commesso attraverso un suo sito delle irregolarità legate alla pirateria in rete.

Il problema è che tali irregolarità risultano essere banali in UK ma sono punibili con il carcere per la giurisdizione statunitense.

Come potrete notare c’è sicuramente un’ingerenza da parte di uno Stato nei confronti di soggetti sui quali non è possibile applicare la giurisdizione dello stesso Stato che indossa le vesti di “controllore”; nella fattispecie il disegno di legge – presentato dal debutato repubblicano Lamar Smith presso la Camera dei Rappresentanti USA – conosciuto come HR3261 e noto ai più con l’acronimo di SOPA (Stop Online Piracy Act) prevede di combattere il traffico on-line di materiale, merci e idee coperti da copyright.

In aggiunta a tale proposta, la legge PIPA (Protect IP Act) legittima il governo USA e le case detentrici di diritti d’autore, all’uso di strumenti aggiuntivi per il controllo del traffico in rete.

Le contrarietà espresse sia da alcuni deputati della Camera dei Rappresentanti, sia dai grandi nomi dell’ICT internazionale (Google, Yahoo!, Facebook, Twitter, AOL, LinkedIn, Blender Foundation, eBay, Mozilla Foundation, Wikimedia Foundation) e dalle varie organizzazioni per i diritti umani (Reporter Senza Frontiere, Electronic Frontier Foundation, American Civil Liberties Union, Avaaz.org e Human Rights Watch) hanno cambiato momentanemante il destino del SOPA sul quale si è pronunciato il Presidente Obama dichiarando di non sostenere tale disegno di legge.

La voce della comunità internet è stata ascoltata e chi legifera deve essere educato nel prendere le decisioni migliori: non è certo un bavaglio come il disegno testè presentato a garantire un’efficace legislazione anti-pirateria.

UPDATE: mentre negli USA il SOPA sembra sgretolarsi, in Italia, per intercessione dell’On. Fava, si inasprisce ingiustamente la regolamentazione circa la responsabilità nell’attività di memorizzazione di informazioni: al punto b) si legge quanto segue:

“non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso”

e si propone di modificarlo in:

“alla lettera b) dopo le parole: «autorità competenti» sono inserite le seguenti: «o di qualunque soggetto interessato»” [pag 170, art. 5-bis, comma 1, lettera b)]

adesso bisognerà darsi da fare per spiegare a questa gente le cose come funzionano davvero …