Il “free software” di Ateneo della Federico II..

Uno svarione inspiegabile quello del Centro dei Servizi di Ateneo dell’Università Federico II, che alla pagina http://www.csi.unina.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/635
testualmente riporta:

“Free software per gli studenti della Federico II
MSDN Academic Alliance Software Center consente agli studenti abilitati di scaricare gratuitamente un’ampia gamma di software, tra i quali il Windows 7 beta!”

La definizione di “Free Software” per prodotti notoriamente closed, solo a causa della loro gratuità (temporanea e vincolata allo status di studente dell’utente finale) , sembra abbastanza fortunosa.

Vogliamo immaginare che sia solo frutto di confusione sul vero significato della definizione di Free Software (a http://www.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html ) e non di un malcelato tentativo di diffondere l’ideale che Gratuito (temporaneamente!) significhi Libero.

Ma perchè il Software Libero dovrebbe essere utilizzato estensivamente nei nostri Atenei?

Da http://www.gnu.unisi.it/info/perche-gnunisi/?lang=it :

 

Motivi di natura economica: vista la gravissima situazione finanziaria in cui versa l’Università italiana, è indispensabile attivare procedure volte all’eliminazione delle spese superflue. L’amministrazione ha individuato nell’acquisizione delle licenze software, un ambito in cui intervenire in modo deciso.

 

Motivi di natura normativa: Le pubbliche amministrazioni, in materia di utilizzo e acquisto del software, sono vincolate a precisi dettami di legge, in particolare la direttiva “Stanca” del dicembre 2003 e il D. Lgs.vo 82/2005 detta “Codice dell’amministrazione digitale”, dove si induce all’adozione di criteri di scelta dei software informatici, che rispondono a requisiti di efficienza e risparmio economico.
Nel dettaglio, al comma 1 dell’art, 68 di tale codice, si precisa che le pubbliche amministrazioni, nell’acquisire soluzioni software, debbano effettuare una valutazione comparativa che tenga conto di aspetti tecnici ed economici, tra le varie soluzioni disponibili sul mercato, incluse quelle a software libero.

Motivi di natura tecnica: gli applicativi Opensource hanno ormai raggiunto un grado di maturità e affidabilità talmente elevato che possono costituire una valida alternativa a quelli a pagamento. I software libero, infatti, dà la possibilità di intervenire direttamente da parte dell’utente nel codice, di modificarlo e di integrarlo e di plasmarlo sulle proprie esigenze. E’ pressoché inattaccabile dai virus informatici. Offre alternative valide e in molti casi migliori di quelle commerciali. E’ molto più sicuro dalle intrusioni esterne ed è altresì particolarmente performante nelle funzioni di rete e di connettività in generale. Il sistema non degrada con il passare del tempo, con l’utilizzo e con la installazione e disinstallazione del software.
Il sistema GNU/Linux inoltre, “gira” anche su macchine non particolarmente performanti, il che consente il riutilizzo di PC al momento inutilizzati o in via di dismissione.

Motivi di natura etica: Il software non viene utilizzato solamente per ricerca, ma anche per la didattica. Nelle aule informatiche didattiche vengono perciò installati programmi che vengono poi utilizzati dagli studenti. Si deve considerare che gli studenti hanno poi la necessità di riprodurre a casa la medesima situazione che è stata presentata all’Università. Adottare software libero eviterà loro o di spendere soldi per utilizzare i software didattici o di utilizzare versioni non in regola.
C’è anche da dire che l’adozione di tale tipologia di software è maggiormente in sintonia con i fini didattico-scientifici che animano una Università, basati sullo scambio e la circolazione di idee e sulla diffusione dei risultati derivanti dalle ricerche.

 

Speriamo che il CSI dell’Università Federico II ascolti il nostro appello e, come altre centinaia di istituzioni e atenei, investa sull’adozione estensiva del Software Libero in Ateneo, invece di promuovere in maniera imprecisa e scorretta i vantaggi di “free software” che di free hanno, purtroppo, ben poco.